Il personale volontario dei vigili del fuoco: la passione del candidato, la difficoltà nell’arruolamento e l’attività di supporto al personale permanente

L’attività di volontariato nel nostro paese spesso costituisce una componente fondamentale in molteplici sfere di attività e di interesse della collettività che non di rado si trova a dover colmare le lacune – dettate dall’assenza di risorse economiche in grado di poterle sostenere – del Governo; si pensi ad esempio all’attività di volontariato del personale sanitario nel pronto intervento, così come quella svolta a sostegno degli animali randagi o nei canili ed ancora al personale volontario dei vigili del fuoco.

Seppur il nostro paese conta più impiegati nel personale permanente che volontario, è bene precisare che tale dato è dettato non tanto dall’assenza di una qualsivoglia passione e/o desiderio di aiutare il prossimo, bensì da regole di reclutamento tutt’altro che semplici.
La burocrazia italiana non rende infatti semplice l’arruolamento: partendo con ordine, ai sensi del DPR n. 76/2004, regolamento dedicato al reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario, per poter entrare a far parte del personale volontario del vigile del fuoco, è necessario presentare una domanda presso il comando provinciale di competenza.

Fondamentale è altresì il possesso di requisisti specifici tra i quali la cittadinanza italiana, diploma di istruzione secondaria, età compresa tra i 18 e 45 anni, godimento di diritti politici e non essere stati dispensati o licenziati dall’impiego presso la PA, requisiti morali e di condotta di cui all’art. 35, co 6 del D. L. 165/2001, non incorrere in uno dei casi di incompatibilità previsti dall’art. 8 dello stesso DPR sopra citato, e ultimo ma non di importanza, l’idoneità psicofisica ed attitudinale (accertata dai comandi provinciali di competenza e/o strutture sanitarie anche convenzionate, secondo parametri ben specifici indicati nella tabella I allegata al DPR).
Tali accertamenti sanitari vengono svolti in prima battuta presso il Comando di competenza e successivamente presso una struttura sanitaria convenzionata.

Una volta acquisita detta idoneità l’intera domanda di arruolamento verrà presentata al Dipartimento dei Vigili del Fuoco presso il Ministero dell’Interno che dovrebbe rilasciare il decreto di nomina. A seguito di detta emissione, il candidato parteciperà ad un corso di formazione sostenendo un esame finale di idoneità tecnico – pratica che accerti la qualifica di vigile del fuoco volontario e poter essere così inserito all’interno di una delle squadre del distaccamento volontario di competenza. Si tenga presente però che spesso le tempistiche di emissione del decreto di nomina non sono così immediate, ma anzi è possibile che dalla presentazione della domanda al decreto di nomina passino diversi mesi se non addirittura anni, con la conseguenza che il candidato dovrà necessariamente pazientare nel raggiungimento del proprio desiderio/obiettivo, animato in particolar modo dalla passione, nonché l’adrenalina e la voglia di aiutare il prossimo.

Nel corso poi della sua carriera, il vigile del fuoco divenuto volontario dovrà frequentare corsi periodici di addestramento presso i comandi provinciali di residenza. Importante altresì ricordare che i volontari, seppur privi di vincoli lavorativi con il Corpo Nazionale, hanno gli stessi obblighi del personale permanente e dipendono anch’essi dal comando provinciale, possono essere chiamati ad operare tutti i giorni dell’anno ed i datori di lavoro per i quali i volontari svolgono la loro stabile attività professionale, hanno l’obbligo di lasciare disponibili i propri dipendenti, ai quali deve essere conservato il posto di lavoro e l’assenza dal servizio deve essere considerata giustificata ad ogni effetto di legge.

Nonostante la difficoltà di accesso al reclutamento, dettata da una burocrazia molto spesso troppo lenta ed inefficiente rispetto alle reali esigenze emergenziali del paese, il personale volontario viene impiegato sia nella propria circoscrizione di competenza su segnalazioni e interventi direttamente richiesti, con contestuale informazione alla sala operativa del comando provinciale di competenza, nonché su richiesta pervenuta dallo stesso comando provinciale, che al di fuori della propria circoscrizione di competenza su disposizione del comando medesimo.

Innegabile dunque che il contributo del personale volontario stanziato su tutto il territorio sia un aiuto fondamentale e di supporto al personale permanente in un funzione e attività che rappresenta un’esigenza indispensabile di tutela alla collettività, in particolare in occasione di pubbliche calamità, emergenze o altri particolari necessità anche di pericolo.

Infine, un recente intervento dal quale emerge l’importanza del personale volontario – che, ci permettiamo di sostenere, possa essere uno spunto di riflessione per una modifica in temini di snellimento anche di tempistiche alle procedure di reclutamento – si rinviene nel decreto del 28.02.2020 con il quale il Dirigente della Struttura Gestione delle Emergenze ha approvato gli elenchi di assegnazione dei contributi alle associazioni di promozione sociale e alle Onlus, tra le cui finalità si ricomprende quella di aiuto e sostengo al personale del distaccamento volontario, alle loro attività, al rinnovo del parco mezzi e delle dotazioni tecniche indispensabili ed utilizzate negli interventi di soccorso.