GIS: uno dei fiori all’occhiello dell’Arma dei Carabinieri
Era il 07 maggio dello scorso anno quando, nel Comune di Afragola (NA), veniva arrestato l’allora latitante Giuseppe Monfregolo, classe 1988, ritenuto dalla Procura di Napoli il boss emergente della ‘167 di Arzano’, distaccamento del clan degli Amato-Pagano che in breve tempo è stato in grado di raggiungere una propria autonomia.
L’operazione di cattura del Monfregolo, successivamente assolto e scarcerato, era stata impeccabilmente condotta dal reparto dell’Arma dei Carabinieri, meglio noto come GIS (Gruppo Intervento Speciale), uno dei reparti d’élite presenti nell’ampio scenario delle Forze Speciali militari a livello mondiale.
Fortemente voluto dall’allora Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, nato il 06 febbraio del 1978 con il preciso scopo di arginare la dilagante minaccia terroristica dell’epoca, questo reparto altamente specializzato ha fatto la sua prima comparsa pubblica solo due anni dopo, in occasione della rivolta di ben 98 detenuti, appartenenti alle Brigate Rosse, che avevano preso in ostaggio 18 agenti di custodia nel carcere di Trani, in Puglia. Già durante questo primo intervento noto gli Operatori del GIS avevano dato prova delle loro qualità eccezionali, entrando in scena in maniera del tutto inaspettata e finanche spettacolare, calandosi da due elicotteri con la tecnica del fast rope e, al contempo, facendo esplodere le cancellate con diverse cariche di esplosivo, quindi liberando in poco tempo gli ostaggi senza tuttavia causare morti o feriti gravi. A tale intervento, poi, nel corso degli anni ne sono seguiti numerosi altri, anche sullo scenario estero, come quello del gennaio 2015 a Parigi, per citarne solo uno dei più noti, quando il GIS ha collaborato con la polizia francese e ha fornito protezione ai luoghi simbolo in seguito al tragico attentato alla sede del quotidiano satirico Charlie Hebdo.
Del resto il GIS, inquadrato nella 2° Brigata Mobile dei Carabinieri e con sede a Livorno, è chiamato a operare proprio in situazioni ad alto rischio, il più delle volte in presenza di ostaggi, ma non solo: a tale unità spetta anche il compito, tra gli altri, di reimpossessarsi del controllo di obiettivi di vitale interesse occupati dai terroristi, di effettuare interventi in ambienti NBCR (Nucleare – Biologico – Chimico – Radiologico), di addestrare militari dell’Arma destinati a particolari incarichi (quali, ad esempio, quello di guardia del corpo), di fornire supporto all’Arma territoriale in azioni di polizia giudiziaria particolarmente delicate quali, come già anticipato, la cattura di latitanti pericolosi ecc.
Non sorprenderà, quindi, sapere che le prove selettive per accedere al Gruppo Intervento Speciale sono oltremodo impegnative e, oltre a visite mediche e numerosi altri requisiti, includono anche test psicoattitudinali volti ad accertare la capacità operativa degli aspiranti in circostanze di elevato stress fisico e psicologico.
Il percorso formativo consta di diverse fasi, durante le quali vengono studiate le più estreme discipline (tra le altre, tecniche di disarmo personale, d’irruzione in edifici, d’intervento su obiettivi particolari ecc.) e vanno frequentati numerosi corsi di specializzazione (operatore subacqueo, paracadutista con tecnica della caduta libera, tiratore scelto ed artificiere antisabotaggio). Un percorso, insomma, decisamente non alla portata di tutti, nella quale vengono messe a dura prova le capacità fisiche, ma soprattutto mentali dei giovani che lo intraprendono.
Gli Operatori che completano la formazione hanno capacità talmente straordinarie di cui non si è potuto fare a meno nemmeno nelle azioni militari ad alto rischio nei teatri internazionali. Dal 2004, infatti, il GIS è stato validato quale unità delle Forze Speciali Italiane, ovvero quelle unità militari, appartenenti a diverse forze armate, addestrate a condurre particolari operazioni speciali (fra cui, tra le altre, ricognizioni speciali, sabotaggi, operazioni anti-terrorismo ecc.), che normalmente si svolgono in contesti ostili e che, da ormai svariati anni, vengono impiegate via via maggiormente anche per incarichi NATO.
E così, oltre trent’anni dopo la sua nascita, si può finalmente affermare che al GIS (CC) sia stata riconosciuto anche concretamente quel prestigio che gli spetta, del resto mai messo in dubbio, che lo ha reso parte integrate del TIER 1, il cuore pulsante delle FS italiane alle dirette dipendenze del CO.F.S (Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali), al fianco di altri 5 corpi speciali di caratura non minore: il 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” (EI), il 4º Reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino” (EI), il 185º Reggimento paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi (EI); il G.O.I. – Gruppo operativo incursori del COMSUBIN – Raggruppamento subacquei ed incursori “Teseo Tesei” (MM) e il 17º Stormo Incursori (AM).